lunedì 30 agosto 2010

pagare per...


di alcuni pensieri e sentimenti non possiamo parlare con chiunque. è una forma di pudore, ma anche di rispetto nei confronti delle persone a cui vogliamo bene, che non sempre potrebbero sopportare il peso di certe confidenze. possiamo allora pagare qualcuno che ci ascolti e ci consigli su come alleggerire certi fardelli. ci sarebbe però una differenza: lo farebbe per soldi, non per amore. un po' come una prostituta.
perché è moralmente accettabile che io condivida i miei pensieri più profondi con un estraneo pagandolo e non è accettabile che paghi un estraneo per condividere l'intimità fisica? e, viceversa, è sbagliato vendere il proprio corpo, mentre è giusto vendere la propria mente a ore per ascoltare i problemi altrui? probabilmente poiché si va dall'analista per necessità, per stare meglio, per guarire da un malessere e non per piacere... il sesso a pagamento non sarebbe terapeutico...

lunedì 23 agosto 2010

un tuffo nel passato


le vacanze possono servire anche a questo

sabato 7 agosto 2010

così |


i panni asciugati al sole hanno un buon odore