mercoledì 27 ottobre 2010

doppio vincolo


il doppio vincolo "è un concetto psicologico elaborato dall'antropologo e pensatore Gregory Bateson e indica una situazione in cui, tra due individui uniti da una relazione emotivamente rilevante, la comunicazione dell'uno verso l'altro presenta una incongruenza tra il livello del discorso esplicito (verbale) e un ulteriore livello metacomunicativo (non verbale, come possono essere i gesti, gli atteggiamenti, il tono di voce), e la situazione sia tale per cui il ricevente il messaggio non abbia la possibilità di decidere quale dei due livelli, che si contraddicono, accettare come valido, e nemmeno di far notare a livello esplicito l'incongruenza.
Bateson, rifacendosi anche ai suoi studi sui livelli di apprendimento, ipotizza come possibile causa della schizofrenia l'esposizione cronica a situazioni di doppio legame in ambito familiare, in particolare nei rapporti con la madre. Tale esposizione comporterebbe nello schizofrenico l'incapacità di saper valutare correttamente i legami tra comunicazione esplicita ed implicita adoperati dalle persone normali."

i genitori sono bravi a confondere le idee, anche senza ricadere nel caso più sottile dell'incongruenza tra verbale e non verbale. per esempio dicono ai figli di essere creativi o che possono scegliere qualunque strada per il loro futuro, salvo poi criticare i loro tentativi o le loro scelte...

martedì 19 ottobre 2010

stereotipi



l'altra settimana stavo parlando con un mio amico del coming out della titti nazionale, non tanto della notizia in sé, per nulla eclatante, quanto dei commenti dei soliti avvoltoi che per una nanosecondo di popolarità venderebbero anche la loro madre.
la discussione si è poi spostata su altri vip dal dubbio orientamento, in particolare su mark paper. secondo lui qualora la giovane ugola (e altri come lui) fosse interrogata sui suoi gusti, non dovrebbe rispondere "non sono gay, ma non ho nulla contro i gay", bensì qualcosa tipo "sono giovane, sto facendo il mio percorso, vedremo..." (un po' come avrebbe dofuto fare a suo tempo la titti). ho obiettato che non abbiamo la certezza che sia gay e che, nel caso stesse attraversando una fase di confusione, avrebbe tutto il diritto di negare per preservare il suo percorso (moralmente mentire è lecito quando qualcuno ci pone una domanda che non ha il diritto di farci). il mio amico ha ribattuto che sicuramente paper è una cula persa e, anche ammettendo che non lo sia, alla domanda "sei gay?" si risponde "non sono gay." un po' come avrebbe fatto il manzo della foto (che ammicca spesso al mondo omo di cui è un po' il sogno erotico). peccato che se uno come ben cohen afferma di non essere gay tutti gli credono senza battere ciglio (compresi i gay che se lo vorrebbero fare), visto il suo aspetto maskile (sic!), mentre se a dare una tale risposta è uno come mark paper ovviamente tutti rideranno pensando "guarda sta cula persa che vuole fare la velata"

martedì 5 ottobre 2010

aggiornamento office 5


se sei malato un giorno solo, non portare il certificato medico: questa è la regola.

questo post avrebbe dovuto raccontare la sfuriata di dieci giorni fa della mia capa, che ha dato di matto quando ha visto segnate nel riepilogo di fine mese delle ore come straordinario notturno. siamo riusciti a disgustarla, solo per il fatto che ci avessimo pensato...
comunque, sono passati troppi giorni da quando avevo iniziato a scriverlo, anche per sfogarmi, e nel frattempo sono successe altre cose più importanti, per cui questo racconto non s'ha più da fare

sabato 2 ottobre 2010

blackhole


tratto dal corrieredellasera

"Il buco nero non è più nero. E Stephen Hawking aveva ragione: la luce può sfuggire dai mostri celesti spesso nascosti nel cuore delle galassie (compresa la nostra Via Lattea) o disseminati nei loro infiniti spazi. L'astrofisico britannico lo aveva teorizzato oltre trent'anni fa, nel 1974, suscitando da allora polemiche tra favorevoli e contrari. Mancava una prova per stabilire la ragione ed ora, per la prima volta, questa viene raccolta da un gruppo di ricercatori guidati da Daniele Faccio del Dipartimento di fisica e matematica dell'Università dell'Insubria a Como. Ha collaborato alla ricerca Francesco Belgiorno dell'Università degli Studi di Milano e primo firmatario del lavoro in pubblicazione su Physical Review Letters.

Il buco nero nasce quando una stella muore se nella sua luminosa vita aveva una massa superiore ad una quantità stabilita. Allora la materia collassa e si concentra in uno spazio ristrettissimo manifestando una potentissima forza di gravità capace di trattenere qualsiasi cosa. Nulla può sfuggire dal suo orizzonte, nemmeno i fotoni che compongono la luce. Ed è proprio per questo che è «nero», perché i telescopi non riescono a vederlo. Ma Hawking, calcolando la temperatura dei mostri (la quale dice quanto brilla un corpo celeste), aveva constatato che pur essendo un miliardo di volte più bassa di quella dello spazio circostante (270 gradi sotto lo zero centigrado) dimostrava che qualcosa sfuggiva.

Il processo è stato ricostruito in laboratorio a Como illuminando con un laser un blocco di vetro con particolari caratteristiche. «I fotoni della luce interagendo con il materiale molto denso - spiega Daniele Faccio - riproducono lo stesso effetto che si verifica nella zona circostante il buco nero battezzata "orizzonte degli eventi". Qui accade, e lo abbiamo misurato, che una particella, il fotone a frequenza negativa, venga assorbita e quella che lo accompagna a frequenza positiva emerga. A separarli è proprio l'orizzonte e una volta divisi non possono più ricongiungersi». Ma uno dei due, potendo sfuggire, diventa appunto rilevabile. Così nasceva la «radiazione di Hawking» com'era stata chiamata dopo la formulazione della teoria da parte del geniale scienziato. Egli, infatti, sostiene che i buchi neri evaporano, si dissolvono con il tempo, perché fornendo l'energia ai fotoni che se ne vanno in continuazione questa, ad un certo punto, si esaurisce e del «mostro», alla fine, non resta più nulla.

Il risultato è frutto di spiegazioni, precisa il team leader del gruppo, che inglobano dalla teoria quantistica alla relatività generale di Einstein alle teorie sui buchi neri; cioè un insieme di concetti che animano la fisica più d'avanguardia. Tuttavia questi risultati non solo aprono una finestra sulla conoscenza di uno dei misteri più affascinanti del cosmo ma prospettano addirittura delle future applicazioni nel mondo delle telecomunicazioni quantistiche. «La radiazione di Hawking - commenta su New Scientist Ulf Leonhardt dell'Università inglese di St. Andrew's - non è più soltanto un sogno teorico ma è diventata finalmente qualcosa di reale»."